Ottavo Campale
O.C.3
L’Ottavo Campale
si nasconde nella nebbia.
E’ l’alba.
I visi si trasformano in figure chiare
nel monotono dintorno.
La fretta rincorre i gesti noiosi,
ripetendosi ad oltranza.
Le figure si schiariscono.
Pian piano assorbono il destino
che da tempo le accompagna.
Torna il cuore
a balbettare.
La Sicilia e’ lontana,
Milano eppure,
ed io non vedo che binari.
Quando?
S’ode solo squilli e non saluti.
Quando!
Lontano,
a dir dall’alto che comanda.
Quaggiù, in basso,
il vento del domani
soffia lento.
Ogni secondo
si compone d’altri mille,
mai nessuno tenero o cordiale.
Le ore si fan carrozze,
i giorni transatlantici ferrosi.
La ruggine ci copre
come neve l’Appennino.