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Contemporaneamente, poesia d'autore

 

Ottavo Campale

 

 

 

Ottavo Campale

O.C.12

 

Ed or rifletto,

in pieno ardor di giusta causa,

l’intenso calor che si sprigiona

dall’incontro d’altre risa,

più grandi di un cannon

che pure spara.

Il piazzale le coinvolge

di spettacolo ancestrale,

quasi l’uomo adesso appare

come semplice mistero

in mille nodi complicato.

Sia pazzo l’io che adesso ascolto,

pare un fatto non gradito,

fosse al Decimo non piaccia

alcun dei tali.

E’ allor quel riso

che cattura.

Quello strano convertir di rabbia

in grazia e pace pure.

Ed io, Decimo fottuto,

confondo a prima vista

il bisogno col destino;

novello e anonimo

mi lascio penetrare.

Godo,

dal ver che pare fiaba,

tramutato in giullar di mille corti

senza paga o alcuno scampo.

Rido per il fior che ancor racchiudo,

e rido per il male

che mi sgorga dalla gola,

a ripulir di duro inciso

il miscuglio dei miei sensi.

Strano partecipar attonito e cordiale.

Sento voci, canto,

un fresco persistere all’orecchio

e non dolere,

prudente,

senza e tuttavia

fornir assenso al mio domando.

Nel resto il Decimo confondo

per un attimo leggero,

trascurabile in misura

quanto meno per successo.

E’ lo scorrer del mio sangue.

Il borbottìo che dentro invade,

nuovo

in tale effetto.

Nel furor che mistico mi assale,

respirar

mi sembra un’intenzione.

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 Luca Delle Site - Ottavo Campale. Gennaio 2009. Tutti i contenuti sono protetti dal diritto d'autore