Ottavo Campale
O.C.5
Eccoli qua,
gli eroi del travaglio e del sudore,
gli artefici di tutto quanto splende
in fondo a questa razza.
Si reclama,
d’ogni vento,
il ritorno ad una gloria
mai vestita per decenni,
ed ora sì acclamata
da sentirne lecito,
ovvio,
prerogante,
il solo stimolarne l’evidenza.
Il mio errore fu stupore
a tali occhi,
macero profittatore
d’altre braccia.
Ma chi sa quali invettive
ancora
apprenderanno queste mura,
fin’al che non avrò cacciato
dal mio intimo
il tedio a quel me stesso
che decise non lavoro.
Per amor delle mie braccia,
mai sollazzerò quegli impostori
con il solo mio rifiuto,
mai giocherò sulla mia pelle
la partita degli onori.
Coscienza mia
coraggio,
un solo vero errore,
loro addito,
non ti inonderà
per ciò
d’ingrati sputi.
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