Luca Delle Site

 

Contemporaneamente, poesia d'autore

 

Ottavo Campale

 

 

 

La Borga

 

All’interno di una cultura scarna

quanto trasudante

d’ogni pessima bestemmia,

prende piede e cattura i pochi eletti

la nozione pretenziosa della Borga.

Tanto è lecito parlare,

ma poco si comprende

se di persona non si prova

l’effetto che il solo pronunciare tale idioma

produca nel soldato.

Per Borga si bisticcia,

la pronuncia è prerogativa solo di taluni,

e per Borga si arriva a rinunciare

al modo e al comportare

che per mesi ha condisceso

il milite in attesa d’alba

prossima futura.

La prima volta che in diritto ti permetti,

di Borga t’investi e non recedi. Più.

Sei schiavo ormai

di quello che per mesi hai prima non compreso

e poi invidiato.

Ma ora puoi.

Ed ecco che il pantalone sguscia fuori dall’anfibio,

quasi come un caso che ormai voglia.

La fila allo spaccio è irresistibile impedenza,

fino a ieri obbligo e credenza,

ed a mensa siedi dove già parlava

chi per Borga inflisse le sue ire.

Ieri, mangiare era intenzione pancreatica e rettale.

Oggi, esplosione d’ovvia insofferenza.

Là, allo spaccio, si urla di ferocia.

E’ finita, ultimo scaglione!

E l’illogico scompare,

quando guardare il palinsesto di un regime

sussistente già all’arrivo

di esseri tranquilli in dover di militare,

coltivava il rancor per una logica repressa

dal tener per verso la divisa.

E’ logica di massa

il calpestar la forma e la ratio d’ogni umano

che non abbia ancora a dir,

d’infausto verso, Borga.

 

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 Luca Delle Site - Ottavo Campale. Gennaio 2009. Tutti i contenuti sono protetti dal diritto d'autore